Permissivismo sociale e liberalismo economico
Pubblicato il 1 Luglio 2017 alle 15:32 scritto da Radio Web CampaniaCategorie: Articoli
Tags: Blog, cultura, Diomede Gersone
L’evoluzione di idea di collettività organizzata ha avuto, a mio avviso, un’impennata dopo la fine del secondo conflitto mondiale.
Il riferimento riguarda evidentemente le società occidentaliste a capitalismo avanzato cui tutte le nazioni pare anelano ad adeguarsi.
L’indubbia vittoria ideale tra una concezione permissiva e liberale della società ed una rigida e totalitaria, ha tracciato il solco sull’organizzazione sociale attuale ove prevale il diritto individuale rispetto a quello collettivo.
Il consentire l’affermazione di tutti i desideri personali del singolo mette in pericolo, a lungo andare, la tenuta dello stato organizzato.
Sento il dovere di precisare che la mia riflessione rispetta in ogni caso la naturale evoluzione dei costumi, della morale e del senso religioso.
Quello che si vuole sottolineare è il concetto di permissivismo, anticamera della società anarchica auspicata da Michail Bakunin, Pierre-Joseph Proudhon ed Errico Malatesta nel secolo scorso.
L’organizzazione e le regole funzionali a disciplinare l’attività umana in una società nazionale a mio avviso sono fondamentali al fine di evitare la deriva anarchica.
Ogni qual volta si allenta il controllo sulle regole, la società deve affrontare seri problemi.
Il punto è permettere l’espressione politica e sociale indicando dei paletti non superabili, finalizzati a preservare il benessere collettivo.
Alcuni banali esempi possono essere individuati nel disciplinare lo spazio che circonda l’individuo, per esempio, la casa e sue pertinenze, ove lo stesso può fare ciò che più gli piace e lo spazio condiviso, condominiale, dove lo stesso deve scrupolosamente attenersi alle regole comportamentali imposte.
Attenzione regola è un modo di vivere, non una norma penalmente disciplinata.
Un’anticipazione di una società eccessivamente permissiva è data dall’attuale liberalismo economico globale ove l’assenza di regole e la libertà di operare hanno consentito al capitalismo di evolversi da una struttura produttrice di beni e servizi in un’organizzazione finanziaria i cui strumenti produttivi sono fibra ottica ed assenza di ogni morale sociale.
Il mio non vuole essere un richiamo alle ideologie del XX secolo, sicuramente superate, ma la preoccupazione di uno scenario possibile come una società civile senza regole, produttrice degli stessi guasti di un’economia liberista che ha inghiottito un’intera generazione.
Un dramma epocale passato sotto silenzio.